In questa settimana me ne perviene un'altra in data del 23 dello scaduto, nella quale vi sono risposte, proposte e commissioni; onde eccomi a soddisfarvi in tutto.
Vi accludo in primo luogo una nuova Licenza che scrissi ieri miracolosamente fra gli assalti crudelissimi de' miei affetti isterici. Voi non ignorate la favola, qual suppone che quando fu concepito Ercole, ossia Alcide, il sole si arrestò ed allungò la notte; e con questa premessa spero che troverete il pensiero della licenza non indegno del soggetto. Servirà per questa la medesima macchina della reggia del sole; ma conviene avvertire che nell'antica licenza Apollo parlava come condottiere delle Muse, ed in questa come condottiere unicamente del giorno; e perciò io non lo nomino mai Apollo, ma puramente il sole. Per quest'istessa ragione io vorrei che faceste levar di mano alle Muse quegli strumenti che forse avranno, affinché possano esser prese per le Ore, delle quali ho bisogno nella Licenza. Il cambiamento è così picciolo che non sarà neppur osservato, e se non volete assolutamente farlo, tanto la cosa può andare. Che peccato ch'io non sia nato donna! Può andar più in là la docilità d'un poeta? Ma chi potrebbe resistere al gemello?
La vostra lettera provvisionale con la data 21 febbraio 1753 è da ministro accorto e da amico delicato. Non credo che bisognerà; ma frattanto mi ha fatto conoscere che il mio caro gemello non trascura nessuno de' doveri dell'amicizia e della prudenza. Me ne congratulo con esso voi, e ve ne amo ancor più, se pure è possibile questo accrescimento.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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