La signora marchesa sua consorte non entra nel mondo da novizia, e sa trovar fra i capitali del suo talento i vantaggi dell'esperienza: in somma noi siam molto contenti de' nostri acquisti e non trascureremo alcun onesto mezzo onde lungamente conservargli.
Al mio veneratissimo signor principe ed a tutta la florida famiglia si degni di rammentare il costante mio ossequio, ed a credermi a dispetto di qualunque vicenda.
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A GIUSEPPE BONECHI - FIRENZE
Vienna 2 Luglio 1753.
In conseguenza d'una mia lettera scritta in Portogallo in occasione del vostro passaggio da Vienna, si è pensato in quella Corte di proporvi il posto di poeta colà vacante; ma prima di farvene fare l'apertura, la delicatezza di quel sovrano ha esatto da me una sincera e sicura informazione intorno a' doveri che vi legano al vostro augustissimo natural padrone, dal servizio del quale non intende assolutamente sedurvi, né acquistarvi senza il sincero assenso di lui. Io mi rallegrai come d'affare già fatto; ma le difficoltà nascono da ostacoli ch'io non avea preveduti. Dopo le dovute esattissime scoperte posso francamente assicurarvi che per quello che riguarda il suo servizio, non solo l'augustissimo padrone non vi negherebbe il suo assenso, ma che non vi sarebbe difficile di mantenervi in possesso del posto che costì godete, esercitandolo fin da Lisbona per mezzo di un sostituto. Lo scoglio quasi insuperabile è che qui voi siete considerato come un uomo che si trova in attual servizio della Corte di Russia, conservando titolo, soldo ed esercizio di poeta; ed essendo esente unicamente dal soggiorno in quella Corte per motivi di salute.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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