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      Qual meraviglia che siate divenuto l'amore di codesta illuminata ed ingegnosa nazione? Disfido l'invidia medesima a non detestare il suo a fronte del vostro carattere. Il Ciel vi conservi alla delizia dei vostri sovrani, all'utilità de' vostri amici e alla giustificazione della fortuna, che col vostro solo esempio si difende abbastanza da tutte le accuse passate.
      Mi rallegro del vantaggioso incamminamento de' signori conti di Valmarana, e mi rallegro che lo debbano a voi. Io non ho la sorte di conoscerli: e le mie premure per loro sono figlie di quelle del signor ambasciador veneto, che mi sollecita a raccomandarli. Io ho detto a tante persone che vi amo e voi avete detto a tante altre che mi amate, che ormai non v'è più chi l'ignori. Da questo nasce ch'io sono continuamente assediato da gente che vuol ch'io vi secchi a loro vantaggio. Io mi difendo come un leone, ma pure vengono i casi ne' quali è impossibile di ficcar nel capo alle persone che il negar due righe di lettera commendatizia non è rozzezza e inumanità. Or in queste strettezze conviene esser d'accordo che non ogni lettera esige l'incomodo e la premura dell'amico: siccome ogni volta ch'io dico servitor suo non intendo di mettermi la livrea d'ogni barbagianni. Quando veramente mi premesse di far uso della bontà vostra per me, io ve ne farei istanza nelle nostre lettere confidenziali: e senza questa circostanza vi prego di far conto delle mie raccomandazioni sino alla misura discreta che non obbliga i trasporti della vostra amicizia: altrimenti sarei pieno di rimorsi; considerandomi importuno a chi meno vorrei esserlo.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





Ciel Valmarana