La supplico di ricordar l'ossequio mio all'eccellentissimo signor principe ed a tutta la florida famiglia, ed a credermi con l'usato rispetto.
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AD ANTONIO TOLOMEO TRIVULZIO - MILANO
Vienna 16 Agosto 1753.
Privo affatto di materiali onde riempiere onestamente una lettera, perdonate alla mia sete di scrivere s'io prendo per soggetto la confessione di non averne.
La maggior parte de' viventi è in campagna: sol io non vi sono: obbligato da un clementissimo desiderio dell'augustissimo padrone a rimanere in città per assistere co' miei poetici consigli i direttori dell'opera di Santa Teresa. Dopo aver approvate e commendate col mio voto consultativo le ingegnose determinazioni de' sopra lodati signori direttori, e dopo avere spiegato al maestro di cappella quello che per avventura non intendesse del mio povero Tito (che ho dovuto ridurre con le mie mani a cantare il soprano) sperava di potermi approfittare d'alcune settimane di Moravia e tornare opportunamente per le ultime pruove; ma l'incognito signor Adolfati, eletto ad illustrar con le sue note i versi miei, non ispunta ancora su questo emisfero: onde tutte le mie determinazioni rimangono arenate. Compiangetemi voi almeno, voi che respirando or l'aure temperate de' giardini de' Feaci or degli Orti Esperidi or delle Tempe di Tessaglia non curate un fico l'infelicità di noi altri poveri abbrustoliti mortali, che disperando di poter qui ricorrere né pure all'ombra ospitale d'una zucca e costretti a sudarci in questo forno tutta l'anima vegetativa,
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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