Se poi egli non ve ne parla, parlategliene voi sul medesimo stile: il suo oracolo per voi non è meno necessità che debito.
Il mio Inno per San Giulio ha bisogno di tutta la pietà de' divoti che lo cantano per essere tollerato. Sa Dio che figura gli farete fare nella raccolta in cui l'avete intruso; vi rendo grazie della buona volontà, come di quella del degnissimo signor cavaliere Adami che divotamente riverisco ed a cui vi prego dire che in questo paese non prosperano le piante di Parnaso, onde la sua raccolta non avrà quel consenso che meriterà. Voi vorreste qualche mia cosa inedita per il secondo tomo, ed io vi dirò qui, con quel candore che fra amici è debito, ch'io non sono mai stato molto ghiotto d'andare in fretta. La compagnia nuoce o buona o cattiva: la prima offusca, e la secondar svergogna.
Dite mille cose a mio nome al riverito padre Cosimo: conservatevi, amatemi e credetemi.
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A FRANCESCA MARIA TORRES ORZONI - GORIZIA
Vienna 8 Settembre 1753.
Bisognava dunque, veneratissima signora contessina, tutta la maestà all'impero coniugale per indurvi a scrivermi una lettera? Dunque la sospirata notizia che mi date del vostro felice arrivo in patria non è affatto compatimento della mia sollecitudine, ma pura ed esemplare sommissione a' doveri del santo imeneo. Questa candida confessione solletica così poco la mia vanagloria, quanto qualifica la vostra sincerità, onde me ne congratulo più con esso voi che con me medesimo.
A dispetto di questa da me poco meritata mortificazione, ho prontamente eseguiti i vostri comandi consegnando al signor marchese di Majo il noto attestato, e salutando così lui come tutti di sua casa a nome vostro.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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