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      Figuratevi i ringraziamenti ed i contraccambi.
      L'abate D'Acquino voleva pure esser nominato particolarmente nella vostra lettera; ed io senza asserire una menzogna con sorrisi misteriosi, con parolette tronche, e con una affettata premura di cambiar discorso mi son contenuto in guisa ch'egli ha potuto lusingarsene. Viva la carità cristiana.
      Al mio caro e riverito signor tenente maresciallo mille abbracci e saluti. Io gli sono gratissimo d'avervi imposto di scrivermi: se ha secondato il vostro genio mi ha compiaciuto. Se gli ha fatto violenza mi ha vendicato.
      Rendo grazie del buon volere all'amabile contino: e perché non diciate ch'io non son meno noioso da lontano che da vicino, serbo per un'altra lettera la prolissità della mia bile poetica, che sta nella sua maggior fermentazione, ma non altera però la perfetta stima con cui invariabilmente mi dico.
     
     
     
      684
     
      A STELIO MASTRACA - GORIZIA
     
      Vienna 8 Settembre 1753.
     
      L'idea degli amici del vostro merito resiste al tempo, alla distanza ed al silenzio. Io non ho mai perduto la vostra, a dispetto delle scambievoli occupazioni che hanno distratto il nostro commercio. Dalla gentile e spiritosa dama che vi ha inspirato l'impazienza di scrivermi potrete ritrarre le pruove di questa verità. Io ho tenuto seco in Vienna que' medesimi discorsi di voi, che voi seco tenete di me presentemente in Gorizia, e mi sono tanto compiaciuto della stima che sentivo render al merito vostro quanto vi compiacerete voi senza fallo della parzialità con cui vi si parla ora d'un vostro amico.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





D'Acquino Settembre Vienna Gorizia