Non si replicherà mai tanto questo sincero ufficio, che spieghi abbastanza i sentimenti donde deriva.
Il signor d'Argenvillières accusa il nuovo deposito di scudi 510 da voi fatto nella sua cassa a mio credito: lasciate che vi dorma tranquillamente finché io non lo risvegli. Il miserabil frutto che si può pretendere in Roma, non merita che altri v'impieghi i suoi capitali.
Prendetevi se volete i felici auguri di buone feste e di capo d'anno, e presentateli se volete per me al nostro buon padre, baciandogli a mio nome umilmente le mani. Abbiate cura di lui e di voi, se volete averla di me: e credetemi al solito.
703
A GIOVANNI CLAUDIO PASQUINI - SIENA
Vienna 10 Dicembre 1753.
Dalla vera premura che ho avuta perché mi riuscisse di ottener l'implorato beneficio potete immaginare il piacere che mi ha recato il sentirlo finalmente conferito nella vostra persona. Godetevelo ora lungamente, e sappiate ch'io lo godo con esso voi. Non posso esser lungo perché è tardi e voglio render grazie al conte di Richecourt; onde considerate questa lettera men magra, impinguandola con quello che a lui scrivo per conto vostro. Il conte Losi ha ricevuto la vostra lettera e vi avrà a quest'ora risposto. Addio, conservatevi, amatemi e credetemi.
704
A EMANUELE DI RICHECOURT - FIRENZE
Vienna 10 Dicembre 1753.
L'abate Pasquini, con un eccesso di contento che accusa quello del bisogno ch'egli ne avea, mi dà contezza del beneficio ottenuto mercé l'implorata protezione di Vostra Eccellenza, ed io a tal notizia mi confesso senza paradosso più beneficato di lui.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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