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      Convienmi ricercarli fra mille confuse carte che ingombrano il mio tavolino, e col disordine de' miei scritti rappresentano quello della mia testa. Ella troppo gli onora col suo desiderio; e per essi e per me sarebbe meglio che li lasciasse fra quelle tenebre dove io li lascio. Io non ho mutato pensiero per la mia venuta in Italia, o almeno ne ho un ardente desiderio; ma vorrei, prima di venirci, mutare d'aspetto, ringiovanire, come il favoloso Esone. Ma dovrò venire come io mi sono? Mi soffrirà ella così? Sarò discreto. Mi contenterò, per quel soggiorno che farò costì, di quelle ore che ella non potrà impiegar meglio con altri. Il nostro carnevale, a dispetto delle nevi e degli acuti freddi che lo contristano, procede con fervore di gioia e di continuo divertimento. Si balla, si giuoca molto, e molto si va al teatro, dove Potenza, Serafini e la Mattei si dividono gli applausi del canto. Io non cesso d'intervenire a questi piaceri. Ma come mai per me sono questi imperfetti, e talora importuni! Non vi è ella che potrebbe sola animarli e farmi a qualunque paragone invidiabilmente felice. Intanto ella si conservi quanto la cordiale mia stima e il mio vero amore per lei incessantemente desiderano, essendo già suo.
     
     
     
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      A TOMMASO FILIPPONI - TORINO
     
      Vienna 14 Gennaio 1754.
     
      Ho dovuto differir la risposta all'ultima carissima vostra del 15 dello scorso decembre, distratto da un picciolo viaggio che contro voglia mia sono stato costretto di fare in Parnaso: d'onde ho riportato più incomodo che guadagno.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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