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      Confesso che le sue amichevoli asserzioni in contrario non mi libereranno dal ribrezzo d'usurpare un tale omaggio. Ma se mai spiegasse ella (per mia disgrazia) questo giusto mio sentimento come maschera di superbia troppo ingiusta a fronte al merito suo; dedichi pure ciò che ella vuole, che io soffrirò piuttosto d'arrossire che di vederla dubitare un momento della giusta e particolare stima in cui tengo e lei e le cose sue: decida dunque da se medesimo e mi creda con amicizia eguale al rispetto.
     
     
     
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      AD ANTONIO FILIPPO ADAMI - FIRENZE
     
      Vienna 24 Gennaio 1754.
     
      Non mi condanni V. S. illustrissima di poco riconoscente, se corrispondo così tardi all'onore che replicatamente già da lungo tempo mi ha fatto di due sue obbligantissime lettere. La direzione d'un'opera rappresentata in questa imperiale Corte, le mie peregrinazioni per l'Ungaria e per la Moravia, l'esecuzione d'una non breve commissione poetica e la continua compagnia delle mie poco discrete affezioni ipocondriache mi hanno defraudato il piacere d'esser regolare co' miei amici: irregolarità per altro che non assume giammai alcuna ragione sulla perfetta stima in cui tengo, e che so di dovere a' suoi pari.
      Lessi il bel sonetto sopra un professore di medicina e mi parve del peso degli altri che si è compiaciuto comunicarmi. Lessi il saggio dell'ode, e credo che insieme con le sue compagne servirà di distinto ornamento al Parnaso italiano. Me ne congratulo seco e le rendo grazie dell'obligante cura, che me ne sollecita a preferenza degli altri così cortesemente il piacere.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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