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AL CARDINALE CAMILLO PAOLUCCI - ROMA
Vienna Febbraio 1754.
La carestia di materiali degni d'una lettera per Vostra Eminenza e l'abbondanza del rispetto ch'io deggio ad un suo pari sono le cagioni del mio lungo silenzio, il quale peraltro se mi ha fatto restio nello scrivere, non mi ha però reso men diligente nell'informarmi ed assicurarmi dell'ottimo stato di sua salute che fa una delle mie più giuste sollecitudini ed uno de' più fervidi voti miei. Non mi sorprende, benché mi consoli, l'eccesso di benignità col quale l'Eccellenza Vostra mi anima a vincere i miei riguardi, abusando di tempo in tempo de' momenti consacrati a' doveri del suo grado ed alle premure dell'indefessa sua beneficenza. Ha conosciuta la mia impazienza, l'ha liberata de' suoi ritegni e non ha secondati solo, ma come è suo costume prevenuti i voti miei. Non saprei ben decidere se il primo degli obblighi miei sia quello di renderne (siccome faccio) umilissime grazie all'Eminenza Vostra o l'altro di congratularmi seco della costanza dell'adorabile suo carattere sempre eguale a se stesso.
La nostra signora contessa d'Althann ha sofferte molte vicende di flussioni reumatiche all'ingresso dell'inverno: ma ora, lode al Cielo, sta perfettamente, a riserva d'una pertinace enfiagione d'un piede lasciatale già da due mesi sono da una cavata di sangue. Ma questo incomodo ancora cominciando da qualche giorno ad esserle meno sensibile nel camminare, annuncia che ben presto sarà dileguato del tutto.
La signora contessina nuora è stata in così deplorabile estremità che i medici ne disperavano senza mistero.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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