E questa fatica è utilissima per l'esecuzione delle azioni, particolarmente nell'Alessandro, che n'è ripieno. Quando non v'è imbarazzo, non lo guarderete addosso, e quando le azioni s'intricano, vi solleverà dalla pena di pensarvi su.
Se il signor Quaglia, architetto di molta esperienza in questo teatro in Vienna e mio amico, avrà avuto il tempo di favorirmi, troverete in questo piego medesimo tre piuttosto abbozzi che disegni di tre scene lunghe, nelle quali succedono le azioni più intricate. Io l'ho pregato di questo favore, non già per limitare o restringere le vostre idee, o quelle degli abili vostri subalterni, ma perché ho sperato così di spiegar meglio i comodi de' quali ho bisogno nelle rispettive scene, perché le azioni rimangano chiare, decenti e visibili. Come per esempio, nell'ultima scena del terzo atto, che languirebbe affatto se l'architetto non trovasse un ripiego decoroso e verisimile, ne' primi laterali alla destra vicino all'orchestra, per nasconder Poro e Gandarte a tutti gli attori e lasciarli scoperti a tutti gli spettatori, io mi sono immaginato il tempio tutto adornato di ricchissimi tappeti pendenti dagli architravi, da' pilastri e dalle colonne, e che uno de' tappeti suddetti, separando Gandarte e Poro dagli altri attori, li nasconda a questi e li lasci in vista agli spettatori. Sicché i disegni debbono servire per intendere il mio bisogno, ma non per somministrar l'idea o l'invenzione della scena. Se poi, come temo, al partir di questo piego non saran pronti gli abbozzi suddetti, si manderanno a parte, quando il signor Quaglia avrà potuto favorirmi.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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