La locuzione sempre migliora, e l'abbondanza delle peripezie scopre la fecondità e la pratica crescente dello scrittore. Nell'incatenamento di quelle peripezie, nell'espressione delle passioni e nella distinzione de' caratteri, resterebbe alla mia incontentabilità qualche cosa da desiderare, effetto della vera amicizia che ho per voi, con cui unicamente non mi trattengo di valermi di quel rigore con cui giudico me medesimo.
Desidero feconda la speranza che mi date di sollecitamente abbracciarvi con i nostri, che lo sospirano. Conservatevi intanto, amatemi e credetemi.
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A RANIERI CALZABIGI - PARIGI
Vienna 16 febbraio 1754.
Rispondo alla gentilissima vostra del 29 gennaio, la quale accusa altre da me non ricevute. Spero che il cambiamento che vi proponete nella scelta del cammino mi difenderà in avvenire da simili inconvenienti. Intanto, seguitando l'ordine delle materie che avete tenuto nella vostra lettera, eccovi le risposte categoriche.
Vi rendo in primo luogo distintissime grazie dell'amichevole impegno che avete preso di difendermi, in una lettera a' lettori, dalle accuse di coloro che mi vogliono copista de' Francesi. Io ho creduto, scrivendo pel teatro, di dover leggere quanto in questo genere hanno scritto non solo i Greci, i Latini e gl'Italiani, ma gli Spagnuoli ancora e i Francesi; e ho supplito alla mia ignoranza della lingua inglese con le traduzioni che vi sono, per informarmi, quanto è possibile senza saper la lingua, dei progressi del teatro fra quella nazione. Ora a seconda della più recente lettura può ben darsi che talvolta si riconosca in alcuna delle mie opere il cibo di cui attualmente mi nutriva; ma è grande ingiustizia il non riconoscervi se non se il cibo francese, e chiamar furto quella riproduzione che si forma nel mio terreno, de' semi co' quali ho creduto lodevole e necessaria cura il fecondarlo.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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