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      Essa non esige risposta, oltre quelle che dovete imaginarvi, cioè le proteste della mia tenera gratitudine per la vostra che vi riconosco. Le premure di Roma sul mio arrivo mi cagionano un moto nell'anima che non è facile di descrivere. Chi non si consolerebbe d'essere amato dalla sua patria? E l'amore d'una tal patria chi non renderebbe superbo? Tutte le difficoltà che mi circondano bastano a pena per trattenermi di correre ad avverar cotesta favola. Ma non creo diate ch'io disperi di farlo.
      Addio. Abbracciate le sorelle, abbiatene cura e per averla utilmente abbiatela di voi, né dubitate mai ch'io non sia sempre per essere.
     
     
     
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      ALL'ABATE BARONIO - MANTOVA
     
      Vienna 1 Aprile 1754.
     
      Che cosa non farei mai per il mio signor abate Baronio? Quattro versacci sarebbero ben picciolo sfogo del desiderio che ho di servirlo: ma questi quattro versacci non sono inclusi fra i limiti della onesta mia facoltà. Da che sono addetto alla Corte augustissima mi son veduto in necessità di esser ingrato a tutti quelli che mi onoravano richiedendo versi miei per somiglianti occasioni: era impossibile la combinazione del mio impiego col tempo che avrei dovuto sacrificare a questo lavoro: e non posso presentemente condescendere ad alcuna istanza senza offendere personaggi troppo rispettabili, a' quali ho dovuto negare la medesima ubbidienza. Sicché, caro signor abate, compatite i miei ceppi, ma non vi servano di scusa per negarmi altri vostri comandi, esenti da questo inciampo. Rallegratevi a nome mio col facondo autore del Limbo: ditegli ch'io ho letta con piacere questa sua poetica fatica: e che ho particolarmente ammirata l'arte con la quale egli ha delusa la sterilità del soggetto.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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