Si può pensar più deplorabilmente?
Informato di questi sentimenti regolatevi a che confidenze, ma guardatevi di comunicar questa lettera. Bisogna essere un buon figlio come son io per non risentirsi contro una madre che mi offende più quando si ricorda di me che quando se ne dimentica. Addio. Io sono il vostro. Vi mando una lettera ostensibile che mostrarete invece di questa.
739
A GIOVANNI PATRIZI - ROMA
Vienna 6 Maggio 1754.
Senza le fisiche disposizioni del mio cuore, già per se stesso forse più del bisogno sensibile, avrebbe bastato a renderlo tale il contagioso commercio di tanti anni con le più violente passioni, delle quali, secondo i canoni poetici, convien prima che accenda il proprio chi vuol riscaldarne l'altrui; onde lascio immaginare a V. S. illustrissima come io mi debba esser sentito alla lettura del suo foglio, tanto destro quanto obbligante, e non meno inaspettato che caro. Una semplice lettera, spontaneo pegno dell'amor suo, che tanto ambisco quanto dispero di meritare, era sufficiente scossa per agitarmi. A che pro schierarmi in faccia tutte le grazie della più seduttrice eloquenza? Perché soverchiarmi con armi, contro le quali non v'è difesa? Quell'esagerarmi i doveri di buon cittadino verso la patria; quell'ostentarmi il contraccambio di amicizia, di cui son tenuto agli amici; quel mettere in campo tutte le ragioni del sangue verso i congiunti, e quel solleticar maliziosamente la mia vanità poetica con l'idea delle pubbliche parziali accoglienze erano stimoli più del bisogno efficaci; ma ella non è stata contenta: ha voluto opprimermi affatto mettendomi vivamente sotto gli occhi non solo la benevola sovrana ricordanza, ma quasi la benefica impazienza d'un principe, ch'io venero con sommissione di suddito, ch'io rispetto con riconoscenza di discepolo, ch'io onoro con riverenza di figlio.
| |
Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
|
|
|