Onde la necessità medesima di trasgredir per ora quel gentile suo comando
Nil mihi rescribas, attamen ipse veni,
m'invoglia così fervidamente a secondarlo, ch'io abito già col desiderio il nobile ospizio da lei generosamente preparatomi; passeggio seco le vie trionfali della mia Roma; respiro l'aure venerabili del Vaticano:
Et quo non possum corpore, mente feror.
Questo è quanto per ora, mio caro signor marchese, le devo; e con vera stima ed amicizia sono.
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AD ANNA FRANCESCA PIGNATELLI DI BELMONTE - NAPOLI
Vienna 13 Maggio 1754.
Oh di quanto son mai debitore all'autore della novelletta della mia apparizione in Napoli! Oltre le seduttrici testimonianze della pubblica parzialità, mi ha per questa via procurato un sospirato foglio di Vostra Eccellenza di cui io era avido a proporzione del digiuno. Foglio, che con la notizia delle lettere disperse, e con l'onor che mi reca d'un suo venerato comando, dilegua affatto dall'animo mio quella per altro leggiera nebbia che in un così lungo silenzio incominciava a farmi perder di vista l'invidiabile persuasione della sua costante bontà a mio riguardo. Imagini Vostra Eccellenza quali stimoli si aggiungano al mio desiderio, che corre abbastanza per se medesimo, e come io aneli al viaggio di Napoli. Lo creda alla giusta impazienza ch'io Le asserisco di rivedere e d'inchinarmi pur una volta all'Eccellenza Vostra, il merito di cui è stata forse la prima lodevole prova del mio discernimento: lo creda alla tenera riconoscenza ch'io professo e che sento per tutta cotesta favorita dal Cielo generosa nazione, che non sa di me dimenticarsi: e se non vuol crederlo a questi commendabili miei sentimenti, lo creda almeno alla mia vanità, che troverebbe tanto di che giustificarsi nelle onorevoli ed affettuose accoglienze, che su la fede dell'Eccellenza Vostra non dubiterei d'ottenere.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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