Ho dovuto dare in iscritto l'idea per una commedia tedesca da rappresentarsi d'innanzi alle MM. LL. nel collegio militare di Neustadt; e per aggiunta sono stato obbligato ad immaginare e stendere in lungo l'idea d'una magnifica pittura, che l'augustissima padrona fa eseguire nella volta della gran sala di questa università, che per suo ordine si sta attentamente fabbricando. Che dite, caro mostro marino? Vi pare ch'io non abbia avuta una sufficiente dose? Pazienza: con tutto questo sono ragionevolmente avanzato nel primo atto, e non son malcontento di quello che finora mi è riuscito di scrivere. Se la tenerezza procede di questo passo, sarete contento ancor voi. Non è possibile ch'io mi dilunghi; se volete ch'io lavori, convien permettermi riposo; purché la salute non protesti, si tirerà certamente innanzi.
     
     
     
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      A GIOVANNI CLAUDIO PASQUINI - SIENA
     
      Vienna 19 Agosto 1754.
     
      La ridente descrizione della vostra vita pastorale mi ha fatto venir voglia d'assaggiarla, e particolarmente riflettendo all'umor festivo che vi ha comunicato, tanto differente da quello che soleva regnar nelle vostre lettere. Me ne congratulo con esso voi, e desidero che il ministro apostolico non gli cagioni alterazioni.
      È verissimo che a Napoli, a Roma, a Firenze, a Milano, e universalmente per tutta l'Italia si era sparsa la voce della mia venuta, e che è durata per tre o quattro mesi, senza ch'io abbia mai potuto indovinarne l'origine; ma è altresi verissimo che io non ci ho pensato, se non se come ci penso da 24 anni in qua, che vuol dire proponendo sempre e non risolvendo mai.