Me ne congratulo e ve ne son grato.
Non mi sorprende la clementissima parzialità di cotesti reali principi a mio riguardo: ne sono da lungo tempo in possesso. Voi da buon amico procurate che non s'avveggan mai quanto poco io la meriti: quando non vogliano che passi per merito la venerazione, il rispetto, e la riconoscenza.
L'Ezio quest'anno fa fortuna. Il re di Portogallo vuol vederlo sul nuovo suo teatro, ha voluto ch'io a quest'uso lo accorci e lo guernisca d'una picciola "licenza" nel fine: e per questa leggierissima cura, che non merita il nome di lavoro, mi ha fatto dono d'un'argenteria, ricca di quanto esige il bisogno ed il lusso d'una tavola elegante di dodeci persone. La munificenza è veramente reale, ed io non posso mostrarne maggior gratitudine che pubblicandola.
Abbracciate il mio caro signor Hasse e tutta l'amabile famiglia. Voi mi dite che si è sorpassato nell'Ezio: ma io non intendo che si possa andar più in là del perfetto. I salutati vi risalutano. Se potrò esservi utile ne' vostri affari non avete bisogno di sollecitarmi a volerlo essere; riamatemi, conservatevi e credetemi.
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A FRANCESCA MARIA TORRES ORZONI - GORIZIA
Vienna 25 Gennaio 1755.
Divertimenti carnevaleschi, premure coniugali nelle affezioni d'un consorte, lettura di libri filosofici, direzione d'un dramma da rappresentarsi, cure inevitabili dell'ordinare una nuova abitazione, freddo da gelare i pensieri non che le dita, ed a dispetto di tanti ostacoli ricordarsi di me! Scrivermi una spiritosa obbligante lettera! e spiegare in essa tutte le grazie del vostro felice ingegno, son circostanze, riverita signora contessina, da far perder le staffe alla moderazione di Senocrate, di Zenone e d'Aristippo, non che a quella d'un poeta che sussiste d'imaginazione.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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