Su gli affari di Napoli avrete nella mia antecedente le ultime mie positive risoluzioni.
Risposi al nostro degnissimo signor d'Argenvillières, ed oggi ricevo una sua replica a cui serbo per l'altra settimana la repetizione de' miei ringraziamenti; oggi è già troppo tardi.
Addio, conservatevi, e credetemi.
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AD ANTONIO TOLOMEO TRIVULZIO - MILANO
Vienna 17 Febbraio 1755.
Tutti i miei pensieri peccaminosi, veneratissimo Fracastoro, nel corso del passato carnevale si sono ridotti alla replicata lettura dell'ultima vostra affettuosissima lettera: questa mi ha fatto ritrovare nella costanza del tenero amor vostro una eccessiva compiacenza di me medesimo, che ne sono l'oggetto, e non mi sento ancora disposizioni interne alla risipiscenza. Spero che in virtù del vostro esemplar ritiro, che m'accennate, vi conoscerete in obbligo di moderare l'espressioni seduttrici della mia modestia: onde io non trovi ostacoli così insuperabili a santificarmi in questi giorni di penitenza.
Qui noi per fomento della nostra divozione abbiamo tre volte per settimana concerti spirituali nel pubblico teatro vicino alla Corte. Vi si ascoltano con prudente alternativa arie e cantate sacre o morali: Oratorii, Salmi volgarizzati, Cori, Madrigali, Sinfonie, Capricci, e quanto di elegante han saputo imaginare i santi padri dell'armonia. Si fan venire dai quattro cardini della terra i cantori e le sirene le più atte ad insinuar nell'anime per mezzo delle incantatrici loro voci le massime della più soda e rigorosa pietà. Gratz ci ha già mandata la signora Rosa Costa soprana d'una maturità superiore ad ogni pericolo: Monaco un giovane tenore chiamato Bartolotti: Praga un di quei martiri, qui se castraverunt ma non propter regnum coelorum, il quale ha nome Tenducci, e si fa chiamar Senesino: Venezia ci fa sospirare la signora Cochetta, astro novello del ciel musicale, spuntato per la prima volta sull'emisfero adriatico e concesso per breve tempo ai voti della supplice Germania, bisognosa d'illuminarsi.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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