Conviene accomodarsi alla inesorabile necessità: voglio farlo, e lo farò. Ma la filosofia abbisogna dell'assistenza del tempo: ed intanto la cura meno dannosa è il non tentarne veruna finché incominci a rendersi trattabile la ferita.
Grazie al mio caro signor tenente maresciallo delle affettuose espressioni, che mi fa per mezzo vostro: tanto a me più gradite quanto meno è permesso di dubitar della sincerità delle medesime: qualità non comune. Abbracciatelo teneramente per me, e non gli parlate che dell'amor mio e del mio rispetto. Addio, riverita signora contessina. Gli obblighi miei per le nuove prove del vostro bel cuore e della vostra parzialità sono maggiori della mia eloquenza: somministratemi occasioni di spiegarmi meglio con ubbidirvi e credetemi con costanza eguale all'ossequio.
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AL GENERALE PICUALQUES - MILANO
Vienna 14 Aprile 1755.
Riconosco il bel core del mio caro generale Picalques nell'amica ed affettuosa cura di consolarmi nelle mie perdite: e gliene professo la più giusta e la più tenera riconoscenza. La piaga per altro è di tal natura che non è ancora trattabile senza esacerbazione: onde la ottima cura presente è quella di non usarne alcuna. Scusatemi col mio venerato Fracastoro sul mio silenzio che non è pigrizia ma difetto di coraggio. Addio: riamatemi e credetemi più che mai il vostro.
832
A LEOPOLDO TRAPASSI - ROMA
Vienna 21 Aprile 1755.
Le premure della mia tranquillità e della mia salute occupano la carissima vostra del 5 del corrente; ve ne ringrazio, e vi assicuro per secondarle che l'ultima non è peggiore del solito; e la prima è il frutto ch'io spero dalle imperiose persuasioni della necessità.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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Picalques Fracastoro
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