Vienna 10 Maggio 1755.
Non aspetti V. S. illustrissima ch'io voglia molto affannarmi a rettificar la troppo vantaggiosa idea ch'ella ha concepita di me e delle cose mie: questa mi frutta l'acquisto della sua parziale padronanza: e non parlano così alto i rimorsi quando le usurpazioni sono utili a questo segno. Sarebbe ben atto di cortesia degna di V. S. illustrissima l'aiutarmi a godere in buona coscienza l'eccessive grazie di cui mi onora, somministrandomi le opportunità onde pagare con l'ubbidienza quello di che rimango debitore nel merito.
Il ritratto ch'ella ha fatto di se medesimo nella prosa e nei versi suoi farebbe parer maligno quello del signor Filipponi, se potesse esser obbligato un dipintore ad eguagliare il suo originale: mi lasci dunque credere a mio modo, e metta all'incontro a qualunque rigorosa prova quelle rispettose proteste di stima e di riconoscenza con le quali mi dico.
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A FEDERICO BORROMEO - MILANO
Vienna 15 Maggio 1755.
I venerati comandi di Vostra Eccellenza mi avrebbero sommamente onorato anche senza veruna circostanza che ne accrescesse il pregio: si figuri ella qual effetto abbiano prodotto nell'animo mio accompagnati da un beneficio, che tale io reputo l'occasione che si è degnata somministrarmi di conoscere e di procurarmi la padronanza d'una dama di merito così distinto quale ho ritrovata la signora contessa donna Ercola Visconti. È ben vero che Vostra Eccellenza mi ha fatto pagar in questa occasione care le sue grazie, avendomi obbligato a riflettere amaramente sulla mia insufficienza: rammarico da cui mi avea difeso fin'ora la filosofica indolenza mia: pure, qualunque io mi sia, non ho trascurato di offerirmi intieramente ed alla gentilissima dama ed alla nobil sua comitiva.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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Filipponi Vostra Eccellenza Ercola Visconti Vostra Eccellenza
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