La peggior circostanza del caso mio è ch'io non posso vendicarmi rendendovi dimenticanza per dimenticanza. In primo luogo è troppo più difficile lo scordarsi di voi che di me: e quando finalmente mi riuscisse io sarei il punito, e non voi. Circostanze che rendono più condannabile la vostra soperchieria. Ho fatto un rigoroso esame di coscienza e mi sono assicurato di non aver meritata una sì crudele mortificazione. Mi basta di non aver rimorsi, e credo che sia molto più salubre consiglio il non andare investigando la sorgente de' torti miei. Onde cambiam materia.
Abbraccio teneramente, e divotamente riverisco il mio caro signor tenente maresciallo, al quale vi prego dire che i quattro figliuoli della nostra perduta amica hanno edificata tutta la città con la generosa e fraterna maniera che hanno tenuta nella pacifica divisione dell'eredità materna. Che il primogenito è stato mandato dalla padrona augustissima presidente d'una Commissione di Giustizia che si tiene presentemente in Agram, per decidere su i gravami e sugli attentati de' Croati. Che il conte Antonio è qui, e non mi ha mai parlato della nota commissione interrotta. In caso che si voglia io non ho dubbio d'introdurne seco discorso.
Non vi parlo de' miei affetti isterici, perché voi per evitare la debolezza di compatirmi ricorrete al ripiego di riderne. Io che sono miglior cristiano m'interesso nelle vicende della vostra salute, ve la raccomando e desidero esserne informato: perché sono veracemente.
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AD ANNA FRANCESCA PIGNATELLI DI BELMONTE - NAPOLI
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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Commissione Giustizia Agram Croati Antonio
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