Vienna 24 Maggio 1755.
Trascuro a bello studio di spiegare a Vostra Eccellenza il tumulto che mi hanno risvegliato nell'animo i sentimenti dell'ultimo umanissimo foglio che si è degnata inviarmi per mezzo del signor conte di Firmian. La descrizione ci defrauderebbe di tutti i soccorsi che il tempo ci va somministrando, esacerbando una piaga intolerante ancora di qualunque medica assistenza. Ho così lunghe pruove del suo bel cuore e della parziale sua generosa amicizia, che non ho dubitato un momento che il suo giusto e proprio dolore non mi avrebbe usurpato il suo compatimento. Io ne son certamente degno: e lo vado sempre più diventando di giorno in giorno, perché di giorno in giorno m'inoltro nella dolorosa esperienza che la mia perdita non ammette compenso. Ma io parlo senza avvedermene di quello che non vorrei. Perdoni Vostra Eccellenza l'imprudenza mia. La materia è della specie di quelle che soffrono più facilmente il silenzio che la moderazione.
Ah, veneratissima signora principessa, non ho bisogno di nuovi stimoli per desiderare il viaggio di Napoli. Poche vicende della vita potrei io augurarmi delle quali tanto mi rallegrassi. Una amica e padrona della sua qualità, del suo carattere e della sua costanza nel favorirmi meriterebbe il tragitto dal nostro all'altro emisfero, non che quello da Vienna a Napoli per aver la sorte dopo tanti e tanti anni di venerarla da vicino. Io lo desidero, io lo voglio, e sarei inconsolabile se perdessi la speranza di conseguirlo. Ma non è possibile prudentemente operando ch'io mi determini per ora.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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