Mi permetta dunque di protestarle intanto la mia giusta e viva riconoscenza per una memoria che tanto mi onora: e che le confessi almeno (se non so spiegar pienamente) quel misto di piacere, di vanagloria e di tenerezza che mi ha fatto provare la gentile, inaspettata reminiscenza d'una persona che ho imparato a venerare fin dalla mia infanzia alle lettere. Si conservi gelosamente all'approvazione ed all'utilità pubblica: e mi somministri opportunità onde mostrarle con quanto rispetto e con quale stima io sono.
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AD ANTONIO TOLOMEO TRIVULZIO - MILANO
Vienna 29 Maggio 1755.
Felice voi, veneratissimo Fracastoro, che quando sentite dilatar la vostra circonferenza da fiati ipocondriaci potete subito correre a dissipargli nelle amenissime Tempe del vostro Ornate, dove gli odoriferi zeffiri ufficiosi vi si affrettano intorno, e vi purgano in pochi istanti di tutte le infezioni contratte fra le putride esalazioni cittadine. Io all'incontro, condannato dalla mia sorte a nuotar sempre nel medesimo liquido, risento sempre le persecuzioni medesime, senza qualche parentesi che lasci ripigliar vigore alla mia stanca pazienza più indiscretamente esercitata che le milizie prussiane. Non è questa invidia peccaminosa: mi consolano le felicità degli amici: mi pare d'esserne a parte rammentandole: e credo ufficio meritorio il risvegliarvene il senso, che suole addormentarsi con l'uso.
Dal vostro delizioso ritiro voi sarete passato a goder l'invidiabile compagnia della gentilissima signora marchesa Pacheco, e ricco delle nostre perdite porrete in opera tutti gli incanti della seduttrice ospitalità milanese per defraudarcene lungamente.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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Fracastoro Tempe Ornate Pacheco
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