Pagina (1036/1548)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Tutta la riparazione che ne ho ottenuta si riduce alla illustre graduazione d'uomo vergognosamente creduto, privo affatto d'ogni specie di carità, simulatore di cancherini e perfettamente indegno di compassione. Da questi invidiabili acquisti che mi ha così felicemente già procurati il mio ingegno e la mia da voi esaltata eloquenza, non è difficile il prevedere a qual alto segno è permesso d'aspirare alle mie speranze. Povero abate! Poveri uomini! Povera ragione! Io peraltro, così nudo di carità come voi mi credete, entro sinceramente a parte di tutte le vostre fisiche e morali infermità: faccio voti al Cielo che il sangue delle vittime destinate ad impinguar le vostre mediche bevande non sia inutilmente sparso, e vado preparando materiali poetici per dettare a suo tempo un poema epico che sarà intitolato Il trionfo delle testuggini, delle rane e de' pollastrelli, ad imitazione di quello che dettò intorno a tremil'anni fa Omero sulla guerra de' sorci e delle rane.
      Ma voi pretendete troppo, riveritissima signora contessina, dalla vostra cura: contentatevi d'ingrassare e di raddolcire il sangue, e deponete l'idea di cangiar temperamento e di sottrarvi del tutto all'impero delle passioni. In primo luogo io credo che perdereste troppo, ed in secondo non è impresa da persona del vostro penetrante discernimento il tentar gl'impossibili: quand'anche vi riuscisse d'inaridirne una sorgente, ne vedreste subito scaturire un'altra; onde sarebbe un cambiare, e non un uscir di malanni. Io son così costante o pigro per secondarvi che ho una specie di ridicola tenerezza fin co' miei cancherini: e non vorrei che mi abbandonassero, per timore de' successori, che potrebbero essere più funesti.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





Cielo Omero