Io mi congratulo dell'eccellente lavoro, non meno col Parnaso italiano che con V. S. illustrissima, e le sono sensibilmente grato del durevole piacere, di cui mi fornirà per lungo tempo il prezioso suo dono. Non le parlo dell'onore che ad ogni costo, a dispetto delle mie rimostranze, ella ha voluto fare al mio nome collocandolo in fronte a così lodevole opera, né di quello di cui mi ricolma nell'epistola che la precede e nell'ultimo de' componimenti: sa V. S. illustrissima su tale proposito i miei giusti sentimenti, onde per non secondar le mie tentazioni di vanità, famigliari ai poeti, mi restringo alle proteste dell'infinita riconoscenza mia, impaziente di accreditarsi con l'opera.
Non le bastava, gentilissimo signor Damiani l'esser solo a farmi arrossire: ha chiamato compagni all'impresa, e compagni del peso del degnissimo signor Gori! Dio gliel perdoni. La supplico almeno di render grazie a nome mio a cotesto illustre letterato della distinta parzialità con cui mi riguarda, e di offerirmegli intieramente tal quale io sono, confortandolo a non considerar l'intrinseco valor dell'offerta, ma bensì di quello di cui lo arricchisce il suo voto.
Il signor cavaliere Alberti, il signor conte di Canale e altri dotti cavalieri, a' quali ho comunicato il suo libro, ne sono innamorati. Può ella immaginarsi ch'io non mi stancherò così presto di procurarmi il piacere di vederle render giustizia. Mi somministri ella l'altro d'ubbidirla, e mi creda con perfetta stima e sincera riconoscenza.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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Parnaso Damiani Gori Alberti Canale
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