Mi approfitto dunque della favorevole occasione per rendere presente all'Eccellenza Vostra la costante antica e divota servitù mia: e confessarle ingenuamente che la partenza della degnissima signora contessina sua consorte indebolisce considerabilmente le mie speranze del sollecito ritorno di Vostra Eccellenza. Se fosse ella almeno un poco men delicata nel maneggio delle bilance d'Astrea, mi studierei d'affrettarla a decidere senza esame tanto scrupoloso della sorte di cotesti rei, ne' quali non mancherà mai qualche peccato che meriti penitenza. Ma avrei un bel predicare. Vostra Eccellenza vuol veder chiaro, ed appagar se stessa e non lasciar a' suoi sindici interni neppure un'omissione da rinfacciarle: e questo non si può fare correndo. Il peggio è ch'io non posso darle torto: e son costretto ad applaudire le cagioni medesime della sua lontananza. Me la renda almeno Vostra Eccellenza più sopportabile con l'onore di qualche suo venerato comando, che m'assicuri della sua persuasione di quell'invariabile ossequioso rispetto con cui sono.
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A FRANCESCA MARIA TORRES ORZONI - GORIZIA
Vienna 5 Luglio 1755.
Nell'amabile vivacità che anima tutta la ultima vostra leggiadrissima lettera, prende il vostro spirito, gentilissima signora contessina, cento belle inaspettate, pittoresche attitudini, come un sensibil corsiere punto improvvisamente nel fianco. Questo straordinario calore aggiunge tanto brio e tanta grazia ai moti del vostro ingegno, che se io sapessi indovinare quale è stato lo sprone che l'ha risvegliato non saprei lasciarlo in riposo.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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