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A FRANCESCO D'ARGENVILLIÈRES - ROMA
Vienna 13 Ottobre 1755.
Affogato da un torrente di lettere raccolte in tre settimane di negligenza in una mia breve villeggiatura, rispondo in fretta a due carissime vostre del 13 e del 27 del caduto, che mi giungono unite in questo momento.
Se la mia lettera spagnuola non è stata piena di errori di grammatica io ne sono superbissimo, e vi sono obbligato d'avermi fatto scoprire in me una facoltà sulla quale non faceva conto. Scopritemene, ve ne prego, qualche altra, già che siete così eccellente investigatore.
Non ricevo oggi lettere dal signor Gaudio di Venezia; non avrà potuto eseguire così subito la vostra commissione, onde le aspetto senza fallo nell'ordinario venturo.
Io so, amico carissimo, che le generose vostre offerte vengono dal cuore, e lo so così bene che non esiterei un momento a farne uso quando la necessità lo richiedesse. Ma nessuna ragione potrebbe difendermi dall'abusarne senza bisogna. Sicché la picciola somma che rimarrà in mano vostra non rinuncia alle cordiali offerte delle vostre grazie: mi assicura di non divenirvi importuno per cose che non meritano questo prezzo: e non mi si rende sensibile con l'impalpabile svantaggio dell'ozio suo: sicché cedete o alle mie ragioni o al mio capriccio. Che sarebbe un poeta senza capricci? Gli amici de' poeti convien che sieno indulgenti su questo articolo. Ricevo la fede del deposito fatto da mio fratello di scudi 150 nella vostra cassa il dì 24 settembre scorso a credito mio, e vi rendo grazie dell'esatta diligenza: come ve ne rendo infinite per la prontezza a somministrar sempre quelle somme che occorrono per le mie commissioni.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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Ottobre Gaudio Venezia
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