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AD ANDREA BERNASCONI - MONACO
Vienna 18 Dicembre 1755.
Sabato scorso giunsero le arie delle quali mi avete favorito, e per quanto ho potuto conoscere al cembalo con la mia limitatissima facoltà musicale, mi sono parute degnissime del mio amabilissimo signor Bernasconi, che vuol dire piene della sua grazia naturale e di quel sano giudizio che senza offender la moda s'accorda perfettamente con la ragione. Farò che il pubblico si approfitti di quelle che torneran bene alla nostra Gabrielli, la quale ha voce di qualità e di quantità senza eguale. Io non ho inteso ancora musico che se le avvicini, e se ella seguiterà a mettere in pratica (siccome ha incominciato) i consigli e gli aiuti della Tesi intorno all'espressione ed all'azione, potrà dirsi cosa in ogni circostanza perfetta.
Dopo i miei sinceri e cordiali rendimenti di grazie, vengono le mie proteste. Voi non mi fate parola della spesa delle copie, e questo non s'accorda con le circostanze della richiesta. Nelle commissioni, caro amico, le ceremonie son fuor di sito. Onde se volete ch'io abbia il vantaggio di continuare a ricevere le vostre grazie (come ardentemente desidero ogni volta che date al pubblico qualche nuova aria di soprano o di tenore della specie che io vi scrissi) bisogna assolutamente rimovere questa insuperabile difficoltà: ed incominciare dalla spesa delle arie mandate, destinandomi qui persona alla quale io possa per voi rimborsarla. Ed in questo punto non ammetto scuse, cavillazioni, o proteste. Io credo come voi che l'abate N. vi sarebbe necessario: e non intendo come costì l'abbiano lasciato partire: tanto più che essendo uomo abile a mille cose, si potrebbe facilmente unire nella sua sola persona il peso di due impieghi, affinché il suo soldo giungesse a somministrargli una comoda sussistenza, senza la quale è impossibile di ben servire.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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Dicembre Bernasconi Gabrielli Tesi
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