Ditegli che venero ed ammiro i decreti della Provvidenza che ha conservato in lui a codesti popoli, oppressi da così terribile flagello, chi possa assisterli con l'aiuto, coll'esempio e col consiglio. Ho eseguito i venerati ordini suoi con questo monsignor nunzio, che gratissimo all'obbligante di lui reminiscenza in mezzo a cure così gravi e meritorie, lo ringrazia sinceramente di non avere usurpato per lui qualche prezioso momento al suo ministero, inviandogli una relazione che può aversi da cento parti. Addio, mio caro signor Bonecchi, voi siete rinato per me, onde mi siete ancor più caro come cosa prodigiosa. Amatemi, conservatevi e credetemi.
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A FAUSTINA HASSE BORDONI - DRESDA
Vienna 7 Gennaio 1756.
Mi sorprese dolcemente due giorni fa l'inaspettato carissimo dono delle arie del Re pastore: mi ricolma di piacere e d'ammirazione il ritrovare in esse quella verità, quell'armonia e quella ragione, che il mio caro signor Hasse avrebbe insegnato ad accordare insieme, se vi fosse chi sapesse impararlo; e mi ha ripieno d'una tenera gratitudine la considerazione che tutta l'indiscretezza della sua dolorosa podagra non abbia bastato a fargli dimenticare la sua costanza in obbligarmi. Ditegli, vi prego, madama, che una cura così affettuosa e gentile è più degna di lui che di me: assicuratelo che io ne conosco tutto il valore e che la facoltà di rendergliene un presto contraccambio è il più caro oggetto de' miei desiderii, se non delle mie speranze. La vivacità e la novità ch'io ritrovo in questa musica non so come possa esser concepita in un'anima così frequentemente tormentata dai dolorosi inconvenienti della macchina in cui s'alloggia, e non so com'egli si fecondi in vece d'insterilirsi nella perpetua produzione.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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Provvidenza Bonecchi Gennaio Hasse
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