Non so, amabilissima amica, di qual nuova mia opera vi abbian parlato, se pure non è d'una ch'io mandai in Ispagna lungo tempo fa, e che un superbo regalo fattomi mesi sono da quella Corte, intorno del valore a mille ungheri, ha resa cognita in quanto alla sua esistenza, ma non già in quanto al nome e ai versi. Questa non essendo stata ancora rappresentata non è di mia ragione, né vi è qui persona che l'abbia veduta. Ho creduto che questo scrupoloso riguardo, che dipendeva da me, fosse una corrispondenza inevitabile alla generosità di quel benefico sovrano; giacché sarebbe stata temerità l'addossarne il peso alla incerta fortuna degli sforzi del mio talento.
Alle gentilissime figlie mille dolcezze a mio nome, ma di quelle che possono accordarsi con la materna austerità. Uno stretto abbraccio al carissimo consorte, ed a voi, amatissima amica, le proteste più vive e più sincere della giusta stima e della viva riconoscenza con cui sarò eternamente.
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AL VESCOVO GIULIANO SABBATINI - MODENA
Vienna 11 Gennaio 1756.
Il dottissimo e parzial giudizio pronunciato da V. S. illustrissima e reverendissima su i quattro miei noti fortunati versetti, e comunicatomi esattamente dal gentilissimo nostro signor cavalier Montecuccoli, richiede ed esige da me gratitudine corrispondente alla rara specie di compiacenza che ne ho ritratta. Ella che è stata e destinata e formata dalla Providenza a correggere le altrui debolezze, non ha certamente voluto fomentar la mia, tentandomi così violentemente di vanità con un voto che fa contrappeso a quello di tutto un pubblico.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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