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A GIOVANNI CLAUDIO PASQUINI - SIENA
Vienna 23 Gennaio 1756.
Non solo ho ricevuta l'ultima vostra lettera del 5 gennaro, ma ricevei a tempo debito anche l'altra dell'anno scorso; e se non feci risposta a quella, non fu dimenticanza né pigrizia, ma determinata volontà di non entrare con una persona ch'io amo in discussioni disagradevoli. Io mi fido al vostro giudizio intorno al merito di cotesto degnissimo religioso che voi raccomandate; non saprei che commendare la vostra gratitudine per lui; ma non intendo a qual titolo né voi né io possiamo assumere il grado di protettori del merito. Gli uffici civili debbono avere le loro proporzioni: e la nostra gratitudine dee pagare i suoi debiti coi propri, non con capitali ideali. Quando ho operato per voi non ho fatto il protettore del vostro merito, che non ne aveva bisogno, ma mi son portato come agente d'un vecchio amico e collega, oppresso da tanto bisogno e da tale disgrazia che non solo autorizzava me, ma obbligava per legge naturale d'umanità qualunque straniero a porgerli la mano: nessuna di queste circostanze concorrono per sua fortuna nel vostro raccomandato: onde io non potrei assolutamente impiegarmi per lui che come protettore di cavalieri e di letterati: figura nel mio stato molto ridicola, ed alla quale stimolandomi voi ad espormi corrispondete assai male alle tenere premure che ho dimostrate, e che non ricuso di dimostrar quando occorra con lo stesso fervore per voi.
Mi congratulo con esso voi della fortezza con la quale veggo che tollerate la vostra disgrazia: questa è virtù non meno necessaria che degna d'un vostro pari.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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Gennaio
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