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      Debellate affatto il catarro: [ma guardate di darvi per riposto, finché potete far altrimenti. Addio.] Addio.
     
     
     
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      AD ANTONIO TOLOMEO TRIVULZIO - MILANO
     
      Vienna 3 Febbraio 1756.
     
      Nella penuria di materiali onde formare una decente lettera, vi scrivo almeno di non aver che scrivere, per interrompere in qualche maniera questa ormai troppo lunga parentesi nel nostro carteggio; alla quale non vorrei per cosa del mondo che incominciaste ad accostumarvi.
      Qui il nostro carnevale festeggiato da commedie, opere, balli in maschera, così pubblici che aulici, procede felicemente, secondato dal tiepido inverno, di cui non ho passato ancora il più mite né sulle sponde trionfali dei mio Tevere, né su quelle del ridente Sebeto. V'è da sperare che il nostro globo, scosso dalle interne sue stravaganti permutazioni, abbia data qualche volta irregolare, e che noi senza nostro incomodo ci ritroviamo presentemente sotto il meridiano o di Tenarife o di qualche altra temperatissima regione.
      A proposito di volte sento dire che il nostro monsignor Migazzi ne darà una dal Manzanare verso Trento sua patria, dove sarà vescovo e principe: che il conte di Rosenberg correrà da Copenaghen a riempire il suo luogo: che quest'ultimo avrà per successore il conte Giovan Carlo Dietrichstein primogenito del principe: e che il giovane Kevenhüller vada inviato al re fedelissimo.
      In contraccambio di queste, datemi voi le nuove delle vostre Serenissime sorprese: ma prima di tutto della vostra salute, di quella dell'adorabil figlia e del nostro fedelissimo fra Lumaca: mentre io bestemmiando soavemente i miei ostinatissimi flati, pieno dell'antico tenerissimo rispetto mi, confermo.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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