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      Addio, caro gemello. Io no nne pozzo cchiù.
     
     
     
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      A FRANCESCA MARIA TORRES ORZONI - GORIZIA
     
      Vienna 14 Febbraio 1756.
     
      Dopo aver mandata l'ultima mia lettera alla posta me ne fu recata un'altra della mia gentilissima signora contessina, così piena d'una vivacità agra e dolce che mi ha lasciato ancora in dubbio sullo stile della risposta. Non so se ho da ringraziarla, non so se ho da dimandarle ragione, perché il numero delle grazie eguaglia quello delle ingiustizie, delle quali vicendevolmente mi ricolma, ma poiché l'ingiustizie sono la merce del mondo, alla quale dobbiamo più essere accostumati; e le grazie all'incontro sono (particolarmente per me che non ho alcun dritto d'esigerle) un dono raro e gratuito; sento che la riconoscenza è lo spirito che dee animar questa lettera: dovere che lusinga infinitamente la mia vanità col supposto che lo produce. Sensibilissimo dunque, riveritissima signora contessina, alle obbliganti vostre espressioni, quanto immemore de' vostri ingiusti rimproveri, mi professo sommamente tenuto alla costante bontà ed amicizia che mi dimostrate, assicurandovi non già in fede di poeta, ma di esemplare ecclesiastico, che siete e sarete sempre degnamente corrisposta: e se l'ultima mia lettera è stata un poco più lenta delle altre, n'è stata cagione la speranza che di giorno in giorno mi lusingava di potervi annunciare finito il ritratto ed i vostri ordini eseguiti. Il pittore ha superato di molto il timore ch'io avea della sua lentezza, ed io quando si tratta d'ubbidirvi arrossisco fin delle negligenze degli altri; non ho avuto coraggio di scrivervi senza potervi assicurar che i vostri cenni erano adempiti.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





Febbraio