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      Ella è finalmente giunta, ma non già le arie seco, delle quali voi mi asserite averla per me incaricata: né a lei né al suo padre, fatti da me richiedere, sono state consegnate le arie supposte (secondo essi affermano), onde sarà occorso qualche sbaglio, il quale mi ha privato dell'effetto, ma non della riconoscenza della vostra gentile attenzione. L'arrivo di questa lettera sarà stato costì prevenuto da quello de' miei cari signori Guarducci, e Carlani, che vi prego abbracciar teneramente. Essi hanno esatto qui l'universale amore ed han convinto il mondo che non sono incompatibili gli onesti ed amabili costumi con la bell'arte ch'essi professano senza abusarne. Se vi cade mai in acconcio di far presente a cotesto degnissimo cardinal legato la mia costante venerazione, vi prego di farlo con efficacia. Non aspettate che vi parli della nostra perdita: sento troppa repugnanza a rinnovar non meno il mio che il vostro dolore. Pensate a conservarvi, a comandarmi e a credermi.
     
     
     
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      A GREGORIO GUGLIELMI - ROMA
     
      Vienna 12 Aprile 1756.
     
      Era così verisimile che la folla delle distrazioni al vostro ritorno in patria non vi lasciassero il tempo di scrivermi, ch'io conto, signor Guglielmi gentilissimo, come uno sforzo della vostra cortesia l'averlo pur fatto così sollecitamente e ve ne sono gratissimo come debbo esserlo per il mio ritratto portato, consegnato, rettificato, e preso finalmente in casa per renderlo degno del pubblico, come non dubito che diverrà fra le vostre maestre mani.
      Credo che avvicinandosi la santa Pasqua avrete sentito qualche rimorso dell'invidia che vi han fatta i miei paesi a penna, e che per una specie di scrupolo mi procuriate il risarcimento con la cura d'intrudermi in cotesta illustre Accademia, per la quale voi sapete pur troppo ch'io non ho la veste nuziale.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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