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      Addio: conservatevi, e credetemi.
      Al signor Guglielmi abbracci senza fine.
     
     
     
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      A FRANCESCA MARIA TORRES ORZONI - GORIZIA
     
      Vienna 2 Giugno 1756.
     
      Trascuro a bello studio, riverita signora contessina, di rispondere alla vostra diffusa descrizione dello stato dell'animo vostro nella funesta perdita della vostra amica. Voi sapete s'io sono nel caso d'intenderne per esperienza tutto l'orrore: onde, sicura del giusto mio compatimento, non esigete che parlandone io mi riduca troppo degno del vostro.
      Chi vi ha detto ch'io mi sia stancato d'esser pianeta errante? Lo sono e lo sarò costantemente senza poterne attribuire il merito alla mia filosofia. Fin'ora non mi si è offerto un firmamento che mi abbia tentato di aspirare alla qualità di stella fissa: onde non ho neppure avuto bisogno di far uso delle armi che ho preparate per mia difesa. La lunga e costante esperienza, aiutata dalle mie combinazioni e raziocini, mi ha persuaso ad evidenza che la mia maniera di pensare intorno alla vera amicizia è eccellentissima per il teatro: ma convien che si contenti della pubblica approvazione esteriore, senza pretender seguaci. Forse i belli ingegni presenti sono più illuminati di me, ma io non mi sento valore per incominciare all'età mia a trattar di pregiudizi ridicoli tutte quelle massime che da seimila anni sono state credute il fondamento della società che è il primo nostro bisogno. Quello che s'intende presentemente sotto il nome d'amicizia non contenta gli svogliati come son io: non vale il prezzo della vera, e non sodisfà quella qualità che ci distingue dalle bestie, cioè la ragione, che è il supremo condimento anche di quelle nostre azioni che abbiam comuni coi bruti.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





Guglielmi Giugno