Qui si suda non dico a scrivere, ma a pensar solamente, onde a gran fatica si può far quel che va fatto, così alla buona di Dio, senza pensarvi su. Chi facesse qualche leggiera dissipazione di spiriti in riflessioni, combinazioni o raziocini se ne andrebbe così insensibilmente in visibilium. Così non dee imperversar la stagione come fra noi: ve ne sareste lagnata nell'ultima vostra lettera, nella quale bene al contrario m'informaste di trovarvi immersa fra i divertimenti delle comedie, de' balli, e de' fuochi di gioia, che non dovrebbero essere naturalmente i rinfreschi più adattati per sollevarsi dal caldo: se pure non gli ha resi tali quella potente magia delle belle incantatrici goriziane, che ha saputo farli diventare azioni pie e meritorie, e mettere a debito de' santi tutte le allegre circostanze d'un religioso carnevale. Chi sarebbe quello svogliato che non volesse andar in Paradiso a così buon prezzo? Per voi che siete infastidita del mondo ed immersa sino agli occhi nella filosofia morale sarà stato un sacrificio eroico il dovervi lasciare strascinare dalla corrente, per evitare il ridicolo della singolarità e per non dar un pubblico motivo di accusarvi di freddezza nella divozione. Ma che si ha a fare, gentilissima signora contessina? Quella tiranna della prudenza esige qualche volta cose insoffribili. Povera umanità!
Orsù, s'io non la finissi, mi liquefarei, e seccherei affatto la gentilissima signora contessina. Addio. Abbracciate per me la cara metà, se il caldo ve lo permette, e credetemi assai più che non dico.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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Dio Paradiso
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