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      A LEOPOLDO TRAPASSI - ROMA
     
      Vienna 28 Giugno 1756.
     
      Mi piace la vostra peregrinazione tusculana, della quale m'informate nell'ultima de' 12 del cadente, e ve ne auguro profitto e sollievo non meno alla macchina che allo spirito, al quale convien pure di tratto in tratto concedere di purgarsi dalla caligine forense. La corsa che voi intraprendete mi fa credere che costì non imperversi l'ardore della stagione come fra noi. Il nostro caldo quest'anno sente dell'affricano, almeno per viventi non accostumati a soffrir di questa ragione; onde, a chi mi proponesse ora un viaggio, direi che la grazia vincitrice non mi fa aspirare ancora alla palma del glorioso san Lorenzo.
      Avete il fedel ritrattino del nostro Bettinelli; onde potrete proporzionare il vostro commercio con esso lui alla misura delle sue bellezze. Qui il numero dei letterati è ristrettissimo: onde quello degli esemplari che mi destinate del vostro trattatino fate che corrisponda. Una mezza dozzina sarà sufficientissima per farlo gustare ai pochi di palato sensitivo, e se questi si accrescessero, qui siam così vicini alla sorgente quanto lo siete voi.
      Addio, conservatevi e credetemi eternamente.
     
     
     
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      A LEOPOLDO TRAPASSI - ROMA
     
      Vienna 12 Luglio 1756.
     
      È cosa meravigliosa che né voi, poeta e giurista, né il signor d'Argenvillières, uomo perspicacissimo, abbiate saputo discifrare il significato di bisogni impalpabili. Le cose impalpabili non hanno corpo, onde non esistono rispetto a' nostri sensi; ed i bisogni del raccomandato signor Pavese sono di questa natura, perché io non ne ho scoperto neppur uno, e per conseguenza non ho potuto servirlo se non se di buona volontà. Per non correre il rischio di nuovo di non essere inteso, vi replico senza figure e senza trasposizioni di nome o di verbo, che il signor Niccolino Pavese non ha mostrato alcun bisogno dell'opera o dell'assistenza mia, che io gli ho inutilmente offerta: che mi pare un giovane molto abile pel commercio; e che io intendeva perfettamente i termini che avea prescritti il signor d'Argenvillières alla sua raccomandazione, né mai gli avrei trascorsi a carico del raccomandante che si era limpidamente spiegato.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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