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      - Qui abbiamo un sensibile inverno dopo due settimane di estate affricana. Questi salti mi disobbligano moltissimo. State sano: e credetemi sempre.
     
     
     
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      A FRANCESCO D'ARGENVILLIÈRES - ROMA
     
      Vienna 12 Luglio 1756.
     
      La carissima vostra del 26 dello scorso giugno mi ha fatto ben ridere colla inaspettata agitazione, nella quale vi conosco, a riguardo del signor Niccolino Pavese. Egli è stato a vedermi quattro o cinque volte, e, per quanto io l'abbia sollecitato a comandarmi qualche cosa, non ho ottenuto da lui neppure l'occasione di servirlo di qualche parola: sicché ho concluso ch'egli non avea bisogno di cosa alcuna, e mi sono spiegato con voi con l'espressione che i bisogni del medesimo debbono essere impalpabili, cioè che non han corpo e che non esistono. Per altro il giovane mi pare che abbia giudizio e talento, e, secondo egli mi ha informato, ha ritratto dalla sua dimora in Vienna tutta quella utilità che un vecchio negoziante avrebbe potuto ritrarre, onde tranquillizzatevi, amico carissimo, e, giacché avete la pazienza di essere in commercio con un poeta, familiarizzatevi un poco con la lingua del Parnaso. Non dubitate mai ch'io prenda equivoco sull'estensione delle vostre raccomandazioni. Io v'intendo perfettamente, ne conosco i limiti, e non gli oltrepasserò mai a vostro carico.
      Vi rendo grazie della prontezza colla quale vi siete compiaciuto di sborsare a conto mio i 20 scudi all'avvocato mio fratello, e ve ne ho già dato credito ne' nostri conti.
      Comandatemi con più franchezza e non mi date il rincrescimento di riconoscere negli ordini vostri medesimi sempre un certo riguardo di non incomodarmi, che serve di tacito rimprovero all'abuso che io faccio della vostra ufficiosa amicizia.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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