Basta: i miei ostinati affetti isterici mi hanno accostumato alla pazienza: onde non mi costa tanto eroismo il soffrire l'ingiustizia delle belle dame che procurano di mantenersi nel possesso di questa nostra tirannica oppressione.
Questa lettera è stata interrotta dalla visita de' signori conti Harrsch padre e figlio: partono da me in questo momento, e dimani vanno in campagna per spiccar poi fra pochi giorni il salto verso Gorizia. Si è parlato molto della amabilissima signora contessina ed io mi sono compiaciuto di trovar tutti di lei parziali. Sappiatemi buon grado ch'io non vi parli de' miei malanni: essi non sono materia aggradevole né per chi scrive, né per chi legge. È dolce la compassione degli amici, ma non bisogna stancarla. La perde tutta chi vuole esigerne troppa. Oggi appunto essendo giornata assai critica, per evitare il rischio di cader nello stile di Geremia, ricorro al rimedio di finir presto con un tenero abbraccio al mio caro signor tenente maresciallo, e con le solite proteste del costante rispetto e della oppressa innocenza con la quale sono.
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A LEOPOLDO TRAPASSI - ROMA
Vienna 2 Agosto 1756.
La vostra, a cui rispondo, è del 17 dello scorso luglio. Mi son compiaciuto moltissimo nella confermazione di memoria che di me conserva il degnissimo monsignor Volpi, a cui tutte le volte che vi cade in acconcio non trascurate, vi prego, d'attestare efficacemente la tenera mia e rispettosa riconoscenza. - Mi scrive l'abate Molinari, che un Padre delle Scuole Pie ha scritta la vita del nostro Gravina, e che intende darla alle stampe.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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