Sento che si sia nell'opera particolarmente proposto di vendicar la memoria del mio maestro dall'impostura d'irreligione, che ha sofferta da alcuno degli emuli suoi. Io sono gratissimo a chiunque mostra parzialità per un uomo a cui son debitore di tanto. Ma, sia detto così fra noi, io temo che questo zelo sia fuori di tempo. Gli emuli son finiti, e non rimangono ora altre voci nella repubblica letteraria che quelle che han meritate le sue gloriose fatiche. Onde un'apologia non farebbe ora altro effetto che dar notizia al mondo (il quale presentemente l'ignora) che s'è trovato una volta chi ha dubitato della religione di questo grand'uomo.
Procurate di conoscere questo buon religioso. Vedete, se vi riesce, di farvi comunicar la sua impresa, e dopo le lodi ed i panegirici che gli avrete a piena mano tributati, lasciate correre con gentilezza la mia dubbiosa riflessione, ma non combattete mordicus, perché se l'uomo ha fondato un guadagno di pubblici applausi su questa sua già terminata fatica, non si rimoverà così di leggieri. Almeno, quando altro non vi riesca, vedete se potete darmi idea di quest'opera. - Per gli affari mi rimetto alle mie precedenti: vi abbraccio e sono.
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A LEOPOLDO TRAPASSI - ROMA
Vienna 9 Agosto 1756.
Mi piace la nuova specie di laconismo colla quale terminate la vostra del 29 dello scorso luglio: intanto attendete, e non altro, senza neppure un etcetera. Io mi sono subito immaginato che volevate dire: intanto attendete a star bene ecc., che volevate sottoscrivervi per abbracciarmi ecc., e tutto avete insaccato in quell'intanto attendete.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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Agosto
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