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      Io credei permessa ad un amico la libertà d'informar l'altro dell'occasione che si era data ad un inutile dispendio, affinché si evitasse in avvenire: persuasissimo che un suo pari, incapace di confondere la cura di non dissipare con quella di non spendere, non avrebbe fatto altr'uso del mio avviso, se non quello di regolare il futuro. Ma il suo pensiero di rimborsarmi mi convince della sinistra spiegazione che ha ella data alla mia lettera, e mi fa arrossire, ché, avendo io professata chiarezza in tutti gli scritti miei, ho pur questa volta somministrato motivo ad un equivoco che non mi onora. La cambiale inesatta che le accludo di ritorno farà meglio le scuse mie.
      Ciò ch'io le ho scritto intorno al merito della utilissima sua Dissertazione, è il vero sentimento che ne ho concepito in leggendola, onde non ho la minima difficoltà di confermarla in istampa a tutta la terra. La lettera per altro, da me scrittale currenti calamo, non so se impressa renderà tanto onore a me quanto giustizia a V. S. illustrissima. Quando Ella risolva di farla imprimere, avverta almeno di toglierne quel periodo verso il fine, in cui le do avviso del troppo dispendioso trasporto: affinché non prenda anche il pubblico lo svantaggioso concetto che aveva ella forse preso ingiustamente di me.
      Mi onora e mi soddisfa la sua corrispondenza, e mi contenterà pienamente se somministrandomi Ella le occasioni di meritarla, mi presterà insieme quelle di convincerla della perfettissima stima con cui sono.
     
     
     
      969
     
      A LEOPOLDO TRAPASSI - ROMA


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





Dissertazione