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      Si conservi gelosamente al favore delle Muse ed alla perfetta e rispettosa stima con la quale io sono.
     
     
     
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      AL SIGNOR ORLANDI - ROMA
     
      Vienna 4 Ottobre 1756.
     
      Quanto facile riuscirà a V. S. illustrissima il figurarsi la sorpresa e la riconoscenza mia al distinto onore che da codesta celebre Accademia io ricevo, tanto riesce a me malagevole il rinvenir la cagione che ha potuto fortunatamente procurarmelo. Se per avventura si è voluto costì valutarmi a ragion di merito quell'alto pregio, in cui tengo e che ho sempre giustamente tenuto e il bell'oggetto che raccoglie e gli eletti talenti che compongono cotesta chiarissima adunanza, arrossisco dell'esorbitanza del premio che mi ridonda da una giustizia che rendo. Se ne son debitore alla grande affinità delle arti imitatrici che tutte, benché per diverso cammino, allo stesso fine conspirano, son superbo del favorevole giudizio che mi ha reputato non inabile a conseguir col mezzo d'armoniose e misurate parole ciò che costì da altri, con quello de' colori, dello scalpello e del compasso, mirabilmente si conseguisce. E se finalmente, siccome io stimo più verisimile (forse perché più lo desidero) è la tenera parzialità della patria mia quella che ha voluto a qualunque costo trovarmene degno, io venero e gradisco in queste traveggole materne una invidiabil prova, non già del sufficiente mio merito, ma bensì dell'eccessivo amor suo, il quale non mi onora meno di quello, e mi è senza misura più caro. Ma qualunque ne sia stato il motivo, a qual titolo mai potrei io condannar (com'ella dubita) di tardanza un generoso effetto?


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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