Me ne congratulo, e la desidero tale per quello spazio che vorrei destinato alla mia. Conferite voi all'una ed all'altra conservandovi, e credendomi costantemente.
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AL CARDINALE FRANCESCO LANDI - ROMA
Vienna 28 Ottobre 1756.
S'io fossi poeta lirico, come lo sono tanto quanto drammatico, non so con quanta moderazione avrei ricevuto il prezioso dono de' quattro bellissimi sonetti, de' quali si è degnata onorarmi l'Eminenza Vostra: la perfezione delle opere uscite da mano altrui mortifica sempre l'amor proprio di qualunque artista più modesto e rassegnato. Se quella venusta solidità, quella facile robustezza e quella chiara nobiltà ch'io trovo in questi quattro piccioli componimenti, animasse e vestisse (il che Dio non voglia) qualche poetica azion teatrale, converrebbe ripiegar le vele ed evitar prudentemente l'incontro di così pericolosa rivalità. Io venero come deggio tutte le disposizioni della Provvidenza; ma mi sento una certa particolare interessata gratitudine per quella che ha destinata l'Eminenza Vostra all'esecuzione de' suoi più elevati disegni: onde poss'ella proteggere e non coltivare il Parnaso. Quando non dipenda che dal voto mio l'adempimento del ragionevolissimo desiderio del nostro signor abate Bandini, può l'Eminenza Vostra assicurarsi che non rimarrà lungo tempo sospeso. Ne scriverò all'amico in Ispagna: e nell'ubbidire all'Eminenza Vostra renderò la giustizia che ho già resa anche senza uno stimolo così efficace al distinto talento del suo raccomandato. Io lo stimo particolarmente non meno per l'opera, che per la descrizione dell'amabile e lodevole suo carattere fattami dall'avvocato mio fratello.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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