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      Nella seconda vostra lettera mi dite che ora non vogliono più duetto: fiat lux?, faccia lui, dice Arlecchino. Intanto il cielo vi dia pazienza. Benché a quel che vedo ne siete provveduto al par di Giobbe e di santo Ilarione.
      Finalmente il nostro tanto amabile quanto degno monsignor Migazzi giunse già sono alcuni giorni in Vienna ed al primo incontro abbiam creduto di soffocarci a vicenda fra i nostri e gli abbracci di vostra commissione. Io ho fatto gran prova della sua pazienza esercitandola con le sollecite, numerose e minute richieste e della vostra salute, e del vostro tenor di vita, e della vostra amicizia per me, e della pubblica approvazione che avete saputo meritarvi: egli è giunto a dirmi che, consapevole della vostra eroica condotta in circostanze così seduttrici, non avrebbe difficoltà di canonizzarvi senza processo. Figuratevi se si può trovar musica più soave d'un tal discorso per le orecchie del vostro fedelissimo e tenero gemello. Il Ciel vi conservi e vi benedica, amen.
      In questo momento vengono a dirmi che l'augustissima padrona si è sgravata felicemente d'un picciolo arciduca. Te Deum laudamus. Spero che la Provvidenza che ne ha visibilmente cura la farà sgravar con la stessa felicità dell'altra sua gravidanza. Il battesimo sarà alle ore 7 di questo dopo pranzo, e il nuovo pellegrino di questo mondo si nominerà Massimiliano. Questo si chiama esser consorte obbligante presentare al suo sposo un figlio maschio nel di lui giorno di nascita. Ma che cosa non fa ammirabilmente Maria Teresa la grande?


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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