È che appunto questo lodevole mestiere io farei se ogni settimana vi venissi a siringare con una dozzina di raccomandazioni. Ma quando mi sono per queste ed altre vie liberato da un centinaio d'assalti, vien finalmente quel cento e uno, a cui o per il rispetto o per gli obblighi o per la corrispondenza ch'io deggio a chi fa l'istanza, e forse per un poco di nascosta superbietta di nutrire il credito del mio ascendente sull'animo vostro, non ho forza di resistere, e m'immagino di non doverla avere. Di questa ultima specie è la richiesta che mi ha fatta il signor conte di Figuerola consigliere in questo supremo Consiglio di Fiandra, cavalier degnissimo di molto e ben meritato credito, e mio distintissimo amico. Ha egli un fratello in Ispagna chiamato il signor D. Antonio di Figuerola, il quale sospira il vostro favore nella pretensione di Tenente corregidor della città di Tarragona in Catalogna: ed io imploro per lui. Dalla repugnanza che mi conoscete a seccarvi, argomentate l'efficacia dell'impulso che mi ha indotto a superarla. Io non posso offrirvi contraccambio, ma il vostro genio benefico lo ritrova nell'opera. Vi sarà fatta la medesima istanza dal signor conte di Rosenberg, a cui mi dice il signor conte di Figuerola averne già scritto: onde in questo caso io faccio società di premura con esso lui a dispetto delle nostre rivalità. Ma perché la lunghezza della lettera non faccia anch'essa società di seccatura insieme con la raccomandazione, vi abbraccio con la solita immutabile tenerezza, e sono.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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