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A GIOVANNI CLAUDIO PASQUINI - SIENA
Vienna 13 Febbraio 1757.
A seconda delle vostre premure, nel ricevere la vostra lettera del 24 dello scorso formai un picciolo memoriale, e lo portai a uno di questi ministri di Toscana mio amico. Egli mi disse sinceramente che questa strada non spunta: e che di qui non potete essere aiutato se il vostro nome non vien fra i tre che debbono esser mandati da Firenze. Ho assalito altri: e tutti cantano la stessa antifona. Non ho perciò rese le armi. Oggi si scrive per voi a Firenze ad un amico pratico, destro ed efficace, al quale, già prevenuto anche a mio nome, è bene che scriviate immediatamente voi di costì il vostro bisogno: affinché occorrendo notizie, schiarimenti, fedi o che so io, non abbiano a fare il circolo vizioso di Siena a Vienna, e quindi a Firenze. L'amico di Firenze con cui dovete intendervi è il signor abate Giuseppe Maria Cantini segretario di S. M. imperiale. Se riuscirà il maneggio di Firenze, resterà a mio carico quello di Vienna, almeno per quanto vagliano la mia diligenza e la mia premura. Addio. Non ho tempo di dilungarmi: onde vi abbraccio, e sono costantemente.
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AD ANTONIO FILIPPO ADAMI - FIRENZE
Vienna 21 Febbraio 1757.
Nella rincrescevole privazione de' suoi stimatissimi caratteri non ho avuto il rimorso di averla meritata con qualche mia negligenza, avendo religiosamente risposto ad ogni sua lettera. Questa è apologia, non accusa: poiché intendo perfettamente che sarebbe pretensione irragionevole il volere esigere dagli amici un rigoroso commercio di lettere senza bisogno o occasione che le richieda.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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