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      Ella mi esalta molto al di là della circonferenza del merito mio: ella mi riprende (con gentile ed ingegnosa destrezza) di colpe imaginarie: e si meraviglia di certi fenomeni, che le parrebbero naturalissimi s'ella non avesse fabbricato il suo sistema sopra postulati poco sicuri. Dalla leggiera impressione che le ha fatta la mia antecedente mi confermo nella sentenza che le idee astratte ancorché vere hanno debole autorità sopra di noi se non sono secondate dagli oggetti sensibili, onde per non cicalare inutilmente farò seco per mia apologia una specie di profession di fede.
      Io credo e sostengo che
     
      Non meritò di nascereChi vive sol per sé.
     
      Ed in conseguenza di questo dovere dell'umanità mi sono studiato tutta la mia vita di evitare l'interno rimorso di essere inutile ai miei simili potendo fare il contrario: ella forse dubita di questa verità argomentando ingiustamente dalla soverchia estensione che attribuisce alla mia facoltà, e dalla falsa idea che ella si è formata de' sistemi delle corti, e de' caratteri e degli interessi degli attori che vi rappresentano le prime parti; e forse internamente si duole dell'omissione di alcune operazioni che ben lungi d'esserle utili, io so che sarebbero riuscite dannose. Ma s'inganna: creda ch'io l'amo, la stimo e la compatisco: che non trascurerò mai le favorevoli opportunità di servirla: e sia un poco più tarda a condannarmi in conseguenza di princìpi così poco sicuri. I quattro sonetti de' quali gli è piaciuto farmi parte son degni di V. S. illustrissima, che vuol dire ammirabili.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548