Giacché dispero di rendermi meritevole di quelli, procuratemi voi le opportunità di poterlo divenire almeno della invidiabile amicizia di lui, per la quale spero che basteranno e la mia impazienza d'ubbidirlo ed il giusto pregio in cui lo tengo.
Oltre le pubbliche cagioni di cattivo umore, una incomoda flussioncella d'occhi, che mi secca da qualche giorno, me ne somministra delle private; onde con la premurosa commissione di ricordare il mio rispetto alla gentilissima sacerdotessa, vi abbraccio, finisco, e mi confermo.
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A FRANCESCO FRESCOBALDI - FIRENZE
Vienna 13 Giugno 1757.
Il Lamento di Cecco da Varlungo è stato sempre da me considerato come un componimento che onora il Parnaso italiano: l'ho sempre rammentato con diletto e ammirazione: ho ritrovato in esso, nelle innumerabili ripetizioni che ne ho fatto, sempre alcuna nuova bellezza, e più e più volte da me posseduto e smarrito, mi trovai ultimamente nell'impazienza di riacquistarlo, quando dal signor dottore Antonio Pellegrini me ne fu recato a' dì scorsi un elegante esemplare, impresso ultimamente in Firenze, fornito di erudite abbondantissime annotazioni, accompagnato da un leggiadro componimento poetico a me diretto, e qualificato come cortese dono del degnissimo signor marchese Francesco Frescobaldi. Non saprei spiegare a V. S. illustrissima quanto e qual peso abbia accresciuto questo alle tante circostanze che avrebbero bastato a rendermi grato un così desiderabile acquisto! poiché non solo mi viene esso da persona da me, a gara d'innumerabili rivali, in grandissimo pregio tenuta, ma mi somministra altresì l'opportunità tanto da me sospirata di procurarmi sotto il pretesto d'un indispensabile ufficio di riconoscenza l'invidiabile di lei padronanza della richiesta di cui mi andavano di giorno in giorno trattenendo i miei rispettosi riguardi.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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Giugno Lamento Cecco Varlungo Parnaso Antonio Pellegrini Firenze Francesco Frescobaldi
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