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A FRANCESCO D'ARGENVILLIÈRES - ROMA
Vienna 19 Settembre 1757.
L'ordine che vi piace rimandar, amico impareggiabile, non era argomento di poca cognizione della generosa vostra amicizia. Dopo tante prove, converrebbe essere anche meno avvertito di quello che io sono, per dubitarne. Era solo una specie di solennità, che autorizzava l'avvocato mio fratello a pregarvi a mio nome. Ma giacché la vostra delicatezza non vuol soffrirlo, non rimane a me altro ripiego che quello di confessare attentamente gli obblighi miei, la generosità vostra, e l'impaziente mio desiderio di rendervene alcun contraccambio.
Riceverò a vostro comodo il noto bilancetto, per cui non è punto necessario che vi affrettiate. Io vorrei trattenermi volentieri più lungamente con voi, ma una folla di noiose ed inevitabili lettere mi obbligano ad abbracciarvi in fretta, ed a ridirmi per tutta l'eternità il vostro tenero, grato e rispettoso.
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A DANIELE FLORIO - UDINE
Vienna 22 Ottobre 1757.
Dal nostro signor abate Freddi avrà già V. S. illustrissima piena contezza di tutto ciò che si è eseguito a tenore de' venerati ordini suoi: onde non mi dilungo in questo inutile racconto. Mi congratulo ben seco della costante e preziosa fecondità delle sue Muse, che, in vece di scemare, acquistano di giorno in giorno maggior vigore. Io ho avuto il sensibil piacere di vederle render giustizia da tutti que' pochi che qui si ritrovano capaci di giudicar delle opere d'ingegno: e particolarmente da questo degnissimo nostro monsignor nunzio, che ieri fece meco a gara l'elogio della sua Provvidenza: la quale veracemente ridonda di dottrina, d'ingegno e di tutti i vezzi della più pellegrina poesia.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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Settembre Ottobre Freddi Muse Provvidenza
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