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      Ma quando vi sento generale della cavalleria comandato: cioè vicino al sommo dei gradi del vostro glorioso mestiere, che vuol dire in situazione di poter far uso ad onor vostro, ed a vantaggio della vostra patria, del zelo, dell'esperienza e de' distinti talenti de' quali vi è stata parziale la natura, è giusto che si emancipi un poco la discrezione d'un amico, il quale (senza pregiudizio del sommo rispetto che per tanti titoli vi deve) ha sempre per voi risentita una vera, disinteressata ed invariabile tenerezza. Soffrite dunque che per isfogo di questa io possa protestarvi la consolazione che mi ha recata la vostra graduazione e che me ne congratuli più che con voi con la giustizia de' vostri sovrani, i quali con la lodevole cura di promovervi non fanno meno il proprio che il vostro panegirico. Per mezzo delle lettere del signor conte Verneida (cui vi prego riverire a mio nome, se pure siete a tiro di farlo) ho saputo che vi siete ricordato di me in mezzo alle vicende di questa agitata campagna, ed ho riconosciuto in questo pensiero l'amabile carattere del vostro bel cuore. Senza bisogno di questo sprone potete imaginarvi se io sia stato sollecito d'informarmi del vostro stato da tutte quelle persone che ho creduto opportune a darmene contezza. Io vi ho accompagnato ad Egra, sono stato con voi chiuso in Praga, vi ho seguitato a Bautzen, e sono e sarò sempre con voi, con tutto l'animo e con tutti i miei voti, finché arrivi quel sospirato giorno ch'io possa realmente rivedervi pieno di gloria, onorarvi, riverirvi, e mille e mille volte teneramente abbracciarvi.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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